Settimana lavorativa corta: la vogliono 8 italiani su 10

21 Ottobre 2024

I risultati di una recente indagine condotta da NielsenIQ per Pulsee Luce e Gas: l'80% dei lavoratori italiani è interessato alla settimana lavorativa di quattro giorni.

La settimana lavorativa corta (4 giorni anziché 5, senza riduzione salariale) è un modello organizzativo che “affascina e divide” il mondo del lavoro. L’obiettivo è semplice: migliorare la qualità della vita dei collaboratori, senza sacrificare la produttività aziendale.

Esperimenti internazionali (Islanda, Regno Unito, Spagna, Giappone, ecc…) hanno mostrato esiti positivi in termini di benessere organizzativo e performance.

Per esempio, il più grande test al mondo (61 aziende nel Regno Unito) ha rilevato che oltre il 90% delle aziende ha deciso di mantenere la settimana corta dopo il periodo di prova. In Italia il dibattito è tutt’ora aperto, ma ancora incerto: “tra ostacoli economici e culturali, il cambiamento resta ancora lontano“.

Italiani favorevoli a un giorno in meno

Recenti indagini mostrano un ampio consenso tra i lavoratori italiani. L’indagine NielsenIQ per Pulsee Luce e Gas (ottobre 2024) rileva che l’80% degli italiani è interessato alla settimana lavorativa di quattro giorni, mentre il 50% si dichiara “molto interessato“.

Ben 8 lavoratori su 10 esprimono un parere positivo verso la settimana corta e, tra gli intervistati, il 72% ritiene che un giorno in meno migliorerebbe l’equilibrio tra lavoro e vita privata e il 63% pensa possa aumentare la soddisfazione personale.

Un sondaggio The Adecco Group (aprile 2023) conferma l’interesse, ma evidenzia condizioni precise: il 66% degli italiani interessati alla settimana corta accetterebbe la misura solo a parità di stipendio, mentre solamente il 10% la accetterebbe con un taglio salariale. Circa il 70% degli intervistati da Adecco ritiene comunque che la settimana corta migliorerebbe il benessere mentale, senza ridurre la produttività.

In sintesi, i lavoratori italiani vedono nella settimana corta un’opportunità di maggiore benessere, soprattutto familiare e personale, purché non incida negativamente sullo stipendio.

Sperimentazioni internazionali e in Italia

A livello internazionale, la settimana corta è già sperimentata da centinaia di aziende. Molti paesi europei (Belgio, Spagna, Regno Unito, Germania e Svezia) hanno avviato progetti pilota. In Giappone, addirittura, la Pubblica Amministrazione di Tokyo ha introdotto un giorno libero a settimana per favorire la natalità e la work-life balance.

Anche in Italia, diverse aziende hanno già testato modelli a 32 e 36 ore distribuite su 4 giorni con esiti positivi. Importante novità è il nuovo contratto collettivo delle Funzioni Centrali, per quanto riguarda la Pubblica Amministrazione, che dal 2025 consente su base volontaria ai ministeri e agli enti statali (INPS, INAIL, Agenzie delle Entrate, ecc…) di adottare la settimana corta (36 ore su 4 giorni).

Dal punto di vista normativo, sono state presentate in Parlamento proposte di legge a favore della settimana corta, ma finora sono state giudicate troppo onerose per la spesa pubblica e insostenibili per le imprese senza incentivi. Il contrasto tra spinte alla flessibilità e vincoli di costo rende quindi l’introduzioni generalizzata ancora rinviata.

✅ Vantaggi e benefici

Numerosi studi e sperimentazioni sottolineano i possibili vantaggi della settimana corta.

Uno studio internazionale pubblicato su Nature Human Behaviour dal Boston College, ha coinvolto 2.896 lavoratori in 61 aziende (Regno Unito, Irlanda, USA, Canada, Australia e Nuova Zelanda) che hanno adottato la regola “80%-100%” (80% delle ore lavorative, 100% della paga). Dopo sei mesi di prova, i lavoratori in 4 giorni hanno evidenziato significativi miglioramenti del benessere:

  • livelli molto più bassi di burnout
  • maggiore soddisfazione lavorativa
  • migliore salute mentale e qualità del sonno

In pratica, la riduzione degli orari si è tradotta in più energia e concentrazione durante i giorni lavorativi.

In generale, i principali benefici identificati dalla ricerca sono:

  1. miglior benessere psicofisico: i collaboratori godono di maggiore salute e minore stress, con conseguente calo delle assenze per malattia
  2. maggiore concentrazione e produttività: riducendo i tempi, le aziende possono mantenere i risultati in tempi inferiori. Aumenta la motivazione e l’engagement dei collaboratori, che spesso lavorano con più efficienza
  3. benefici ambientali ed economici: un giorno libero in più riduce gli spostamenti casa-lavoro, comportando risparmi energetici e minori emissioni inquinanti
  4. più tempo libero e qualità della vita: l’80% degli intervistati da Nielsen segnala che con un giorno in meno potrebbe dedicare maggior tempo alla famiglia, alla casa e al benessere personale (es.: il 62% all’attività fisica e il 54% ad hobby e viaggi).

Questi aspetti fanno della settimana corta un’opportunità di crescita sostenibile. Secondo l’OCSE, l’Italia lavora più della media europea ma con una crescita della produttività molto contenuta (+0,4% annuo contro il +1,5% registrato negli altri paesi).

Sperimentare quindi modelli flessibili potrebbe contribuire ad aumentare la produttività interna, in linea con le migliori pratiche internazionali.

🆘 Criticità segnalate

La settimana corta non è priva di sfide organizzative. Nel sondaggio condotto da Nielsen, i lavoratori hanno indicato alcuni aspetti critici collegati al nuovo modello.

  • Aumento del carico di lavoro: il 51% teme di dover concentrare troppe attività nei giorni lavorativi
  • Maggiore pressione e stress: il 37% vede un rischio di avere obiettivi troppo compressi
  • Problemi di coordinamento: il 27% segnala eventuali difficoltà nel sincronizzare le attività tra colleghi con giornate differenti

In particolare, è decisivo il tema economico. Praticamente nessuno vuole rinunciare allo stipendio e Nielsen segnala che solo il 10% degli intervistati accetterebbe una lieve riduzione salariale per la settimana corta.

Allo stesso modo, il sondaggio svolto da Adecco evidenzia che il 66% dei lavoratori interessati desidera il modello “solo a parità di stipendio“. In generale, quindi, la settimana corta è percepita positivamente a patto di non penalizzare il reddito.

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In conclusione, gli studi e i sondaggi ci indicano che la settimana corta può essere un’opportunità positiva per lavoratori e imprese, a condizione di pianificare con cura il cambiamento.

Le soluzioni Smartpeg aiutano in questo senso le aziende ad organizzarsi in modo agile, coltivando i Talenti e ottimizzando i processi HR, anche in un contesto lavorativo più flessibile.

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