Settimana lavorativa corta: la vogliono 8 italiani su 10
I risultati di una recente indagine condotta da NielsenIQ per Pulsee Luce e Gas: l'80% dei lavoratori italiani è interessato alla settimana lavorativa di quattro giorni.
Una recente indagine condotta da NielsenIQ per Pulsee Luce e Gas ha indagato il tema della settimana lavorativa corta nel mondo del lavoro.
Secondo l’indagine, l’80% degli italiani si definisce “interessato” alla settimana lavorativa di quattro giorni, tanto da rinunciare alla flessibilità sull’orario di lavoro e alla riduzione del numero delle pause.
Settimana lavorativa corta: per il 72% degli italiani migliorerebbe la qualità della vita
Negli ultimi anni, il mondo del lavoro ha vissuto una profonda trasformazione, a partire dall’introduzione e dal consolidamento dello smart working. Tuttavia, la continua evoluzione delle dinamiche lavorative ha aperto la strada a ulteriori possibilità, come quella della settimana lavorativa corta.
Al pari dello smart working, la settimana corta di quattro giorni potrebbe rappresentare un passo in avanti concreto verso la salvaguardia del benessere dei lavoratori e dell’ambiente.
Secondo la recente indagine di NielsenIQ, 8 lavoratori italiani su 10 hanno espresso un parere estremamente positivo nei confronti della settimana corta, con il 50% che si definisce “molto interessato“. Pur di ottenere questo vantaggio, gli intervistati sarebbero disposti ad accettare una maggiore flessibilità sull’orario di lavoro durante la settimana (52%), accettare un aumento della produttività nei giorni lavorativi (47%) e ridurre il numero di pause (45%).
Soltanto il 10% sarebbe disposto ad una leggera riduzione dello stipendio.
La settimana lavorativa corta è vista come un mezzo utile per migliorare l’equilibrio tra lavoro e vita privata (72%), la soddisfazione personale (63%) e il tempo da dedicare a famiglia e amici. Tuttavia, i partecipanti al sondaggio hanno segnalato anche alcuni aspetti critici, come:
- aumento del carico di lavoro nei giorni lavorativi (51%)
- maggiore pressione e stress per raggiungere gli obiettivi prefissati (37%)
- problemi di coordinamento (27%)
L’impatto della settimana lavorativa corta
L’indagine ci offre spunti di riflessione interessanti anche sull’impatto sociale che la settimana lavorativa corta avrebbe sui lavoratori coinvolti nel sondaggio.
Stando ai dati raccolti da NielsenIQ, circa il 48% del campione intervistato ha dei figli che, nella maggior parte dei casi (66%), vengono gestiti in autonomia o con l’aiuto dei nonni (24%). Soltanto l’11% ricorre a baby-sitter o altre figure professionali con una spesa media di €115 al mese.
Ebbene, 3 lavoratori su 4 ritengono che lavorare un giorno in meno potrebbe agevolare una gestione più autonoma dei propri figli. Tra le iniziative di welfare aziendali più apprezzate ci sono infatti benefit economici come l’assegno familiare (40%) e il tempo retribuito sottoforma di giorni di paternità e permessi (34%).
Per quanto riguarda la cura di familiari anziani o con disabilità, il 35% degli italiani afferma di occuparsene autonomamente, mentre il 65% ricorre a un aiuto esterno. Di questi, il 42% riceve supporto da altri familiari, mentre il 34% si avvale di figure professionali, come badanti, o si affida a strutture come le case di riposo o altre forme di sostegno. L’85% del campione intervistato ritiene che la settimana lavorativa corta offrirebbe loro l’opportunità di prendersi cura dei propri familiari con maggiore autonomia. Il bonus aziendale più comune in questo ambito è la flessibilità (37%), seguito dalle ore di permesso (22%) e dal supporto psicologico (14%).
Infine, per la cura domestica solo il 13% del campione si rivolge a professionisti, spendendo in media €107 al mese. Anche qui, un giorno libero in più permetterebbe di dedicare più tempo al benessere personale, in particolare per svolgere attività fisica (62%) e per fare viaggi (54%).