Chief Happiness Officer: ecco che lavoro fanno

Pubblicato

Chief Happiness Officer: ecco chi sono e che lavoro fanno

I “manager della felicità” certificati, in Italia, sono già 250 e rappresentano sempre di più delle figure ricercate, in uno scenario dove continuano ad aumentare le aziende che rivoluzionano il proprio stile di gestione delle persone, consapevoli che il successo passa anche attraverso il grado di soddisfazione delle risorse

I Chief Happiness Officer, ovvero i “managar della felicità”, svolgono all’interno delle aziende una funzione strategica e possono concretamente aiutare le aziende a prosperare.

L’efficacia delle loro azioni può essere anche misurata in relazione agli impatti che producono sui tanti citati KPI dell’azienda. Non organizzano solo eventi o iniziative per incrementare il team building, ma definiscono azioni più a lungo termine.

I Chief Happiness Officer stanno diventando figure sempre più richieste perché, con le loro azioni, sono in grado di portare la felicità in azienda, creare armonia, benessere e motivazione a beneficio dei dipendenti e dell’organizzazione.

I CHO sono professionisti esperti, capaci di riorganizzare in modo strategico i processi strutturali, manageriali e culturali delle società in cui operano. L’efficacia delle loro azioni può essere misurata in relazione agli impatti che producono sui KPI (Key Performance Indicators) dell’azienda.


VALORIZZA LA TUA IMPRESA

«Le esperienze e le ricerche sul campo stanno dimostrando che, oggi più che mai, i Chief Happiness Officer svolgono una funzione strategica, urgente e necessaria e possono concretamente aiutare le aziende a prosperare nel […] mondo VUCA (volatile, incerto, complesso, ambiguo)»

Queste le parole di Veruscka Gennari, autrice insieme a Daniela Di Ciaccio del libro “Chief Happiness Officer. Il futuro delle organizzazioni positive”, all’interno del quale spiegano che è e che cosa fa il CHO per portare la felicità in azienda.

CHO: i primi 250 in Italia

Nel 2015, Veruscka Gennari e Daniela Di Ciaccio hanno fondato la 2BHappy Agency, la prima azienda in Italia nata con lo scopo di favorire la diffusione della “Scienza della Felicità” e la crescita delle Organizzazioni Positive (ORG+) e, nel 2019, hanno certificato i primi 54 Chief Happiness Officer italiani.

«A oggi, e nonostante due anni di pandemia – racconta a Morning Future Di Ciaccio – , i CHO certificati da 2BHappy sono già 250 e contiamo di arrivare a 300 entro la fine del 2022. Il nostro obiettivo è quello di avere un CHO in ogni organizzazione italiana».

Non solo Team Bulding

«A dispetto delle immagini più o meno stereotipate che identificano il “il manager della felicità” con una persona che vuole organizzare il nostro tempo libero e proporre attività di natura motivazionale – sottolinea Gennari – il CHO non organizza solo eventi o iniziative spot ma definisce azioni di lungo termine sia sul versante dei risultati sia sul piano della qualità delle relazioni»

Il lavoro del Chief Happiness Officer somiglia molto a quello di un direttore d’orchestra che, potendo disporre di una ricca e varia cassetta degli attrezzi, è in grado di avviare concretamente il processo di trasformazione positiva di tutta l’organizzazione.

Il CHO, chiarisce di Ciaccio «è un complexity thinker, un professionista capace di applicare principi che derivano dalla ricerca scientifica (nello specifico quella sul funzionamento psico-neuro-biologico degli esseri umani) in sistemi complessi (le organizzazioni)».

Il suo lavoro, continua a sottolineare, «somiglia a quello di un direttore d’orchestra che, potendo disporre di una ricca e multiforme cassetta degli attrezzi, è in grado di avviare concretamente il processo di trasformazione positiva di tutta l’organizzazione. Per questo lo si può intendere non come l’ennesimo ruolo da aggiungere in organigramma, quanto più di un set di competenze aggiornato ai nostri tempi che vanno a completare e arricchire i profili di figure professionali già presenti in azienda: HR Manager, CEO, imprenditori, welfare e Community Manager».


COVID: COME LA VITA POTREBBE ESSERE MIGLIORE (O PEGGIORE)

Perché sempre più aziende si interessano alla felicità dei dipendenti?

Fino a qualche tempo fa il binomio felicità-lavoro sembrava un’utopia. Per molti lo è ancora ma per altri, fortunatamente, le cose stanno cambiando, dal momento che sempre più aziende stanno avviando una rivoluzione culturale nello stile di gestione delle persone, consapevoli che il loro successo passa anche per il grado di felicità, soddisfazione e coinvolgimento delle proprie risorse, non soltanto per il raggiungimento di specifici obiettivi di profitto.

«Abbiamo a disposizione – dice Daniela Di Ciaccio – numeri, ricerche e una vasta fonte di contenuti a firma di uomini e donne di scienza, che dimostrano come il modo in cui è organizzata l’attività lavorativa esercita forti ripercussioni sulla felicità di chi lavora e genera motivazione, performance, creatività, innovazione e resilienza. Non è dunque vero che il lavoratore sia unicamente interessato alla remunerazione. La realtà non si discosta tanto dal senso comune: l’inefficacia della leadership è di fatto la terza causa per cui le persone mediamente lasciano le aziende».

Le organizzazioni positive

Le due manager, Daniela Di Ciaccio e
Veruscka Gennari
, hanno fondato nel 2019 l’Italian Institute for Positive Organizations, un centro studi che fa ricerca sulle organizzazioni positive in Italia cioè quelle aziende che accanto a tutta una serie di benefit che si occupano della soddisfazione dei bisogni, si prendono anche cura delle persone, offrendo opportunità di formazione e sviluppo.

Tra le organizzazioni positive italiano abbiamo:

  • Mondora
  • Servizi CGN
  • Asp Martelli
  • Zeta Service
  • eFM
  • Heply
  • Assiboni
  • Unifix
  • Copying

La Scienza della Felicità

La Scienza della Felicità applicata a contesti organizzativi non è una moda del XXI secolo ma ha quasi 100 anni di storia.

Infatti, lo studio “Happy Productive Worker” risale agli anni ’20 e ha già ampiamente dimostrato che il il benessere dei dipendenti porta ad un aumento della produttività e dei profitti. Da quel momento, centinaia di pubblicazioni scientifiche hanno evideziato la positiva correlazione tra il benessere dei dipendenti e le misure aggregate di livello aziendale a livello di performance in tutti i tipi di industrie.

Ad oggi sono moltissime le realtà, soprattutto estere, che fanno costante ricerca su questi temi come il Center for Positive Organizations e il Greater Good Scienze Center.

Realizza il cambiamento partendo dalle persone, la vera risorsa della tua azienda