Bambino che va a scuola con zaino rosso

Perché sia buona scuola

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Perché sia buona scuola, aiutiamo i nostri ragazzi a conquistare il loro futuro attraverso la scoperta e lo sviluppo dei loro talenti. Le scuole oggi hanno riaperto le porte agli studenti. Gli occhi di molti, media compresi, sono finalmente puntati su un’istituzione fondamentale quale la scuola. I genitori hanno accompagnato i figli verso un nuovo inizio o rientro che, a differenza degli scorsi anni risulta essere assai più significativa e carica di emozioni, anche di diverso tipo se vogliamo. Insomma, è una ripartenza, quella di oggi, più strana del solito, in un certo senso speciale. E a noi di Smartpeg piace rappresentarcela così, con un bimbo che dopo sei mesi di assenza dalle aule di scuola ricomincia il proprio percorso formativo d’istruzione e di crescita personale. Un viaggio, quello scolastico, che ci piacerebbe fosse alla scoperta dei propri talenti. Sì, perché il nostro team già da tempo si occupa di riconoscere, sviluppare e sostenere il talento, sempre. Un talento da intendere in un modo ben preciso… La scuola negli ultimi anni ha risentito di un processo trasformativo che ha modificato alcuni aspetti strutturali. La valutazione fa parte di questi ed è un tema sempre più controverso. Meno domande aperte, meno temi liberi, poca dedizione alle prove orali. Conta la performance contenutistica simil quizzone. Serve andare al di là dei semplici contenuti, sviluppando in primis le risorse interne degli studenti d’ogni ordine e grado. Interessanti a nostro parere le osservazioni che da molti anni argomenta il filosofo e psicoterapeuta Umberto Galimberti, quando, per esempio, ci ricorda che l’educazione dei sentimenti va riscoperta, così come il rapporto con la letteratura. Dagli studi del noto linguista Tullio de Mauro, Galimberti evidenzia l’impoverimento linguistico di cui risentono già da diversi anni le nuove generazioni [Si veda l’intervista “La degenerazione della scuola”. Fonte: YouTube]. “I limiti del mio linguaggio sono i limiti del mio mondo”, scriveva nei suoi “Diari” Ludwig Wittgenstein, facendo riflettere sul valore arricchente del linguaggio. Intelligenza emotiva e capacità comunicative rientrano non a caso nelle sempre più menzionate “soft skills”. Serve formare i talenti? Sì, ma attenzione: non stiamo parlando degli alti potenziali, ossia dell’esigua fetta di studenti o lavoratori considerati talenti. Smartpeg fa una rivoluzione copernicana in tal senso, e da qualche anno sa che la differenza non la fanno gli alti potenziali, ma i talenti delle persone, quelli che ognuno di noi in misura e carattere diversi ha e che può coltivare fin da piccolo. Per questo oggi parliamo di scuola. Coltivare i talenti degli alunni è per noi la chiave per futuri adulti formati ed educati, non solo istruiti. Già, perché le nuove generazioni non sono scatoloni da riempire, ma tesori da scoprire e orientare. Focalizzare i processi educativi sulle spesso menzionate competenze trasversali (soft skills), quali la capacità di esprimersi, di collaborare, la creatività o il pensiero critico è per noi il presupposto per una buona scuola in un’era in cui le informazioni e le nozioni si trovano già in ogni angolo del web. Buon anno scolastico a tutti, da Smartpeg!