Generazione Z: l’83% dei lavoratori cambia lavoro ogni due anni

7 Ottobre 2024

La Generazione Z cambia spesso lavoro e non lo fa per lo stipendio, ma per ottenere maggiori benefici e flessibilità.

La Generazione Z è la generazione che, più di tutte, non intende farsi sfruttare e per farlo è disposta a cambiare spesso lavoro. La GenZ cambia spesso lavoro ma non lo fa per lo stipendio, bensì per ottenere maggiori benefici e flessibilità.

Questo è quanto emerge dallo studio condotto da Zety IT che si rivolge a 1.100 lavoratori nati tra il 1995 e il 2010.

Ad oggi, sono 9 milioni i giovani che fanno parte di questa categoria e che entro il 2030 cresceranno fino a diventare un terzo della forza lavoro.

La Generazione Z è fatta solo di job hopper?

Per la GenZ il lavoro è molto importante a tal punto che per il 97% di loro fa parte della propria identità.

Per questo motivo, quando non si trovano più bene all’interno di un’azienda decidono di lasciare il lavoro per un altro più gratificante. E in molti (75%) sarebbero disposti ad abbandonare il lavoro attuale prima di trovare una soluzione o di intraprendere una carriera da freelance, invece che continuare a lavorare senza alcuna soddisfazione (74%).

L’83% cambia lavoro, mediamente, ogni due anni e secondo i dati del report:

  • il 33% ne ha avuto solo uno
  • il 34% ne ha avuti due
  • il 23% ne ha avuti tre
  • il 9% ne ha avuti quattro
  • l’1% ne ha avuti più di cinque

Per quali motivi la Generazione Z decide di cambiare lavoro?

La GenZ non è disposta a vivere per lavorare, né a fare straordinari che rappresenterebbero un ostacolo per il tempo libero (41%).

Per il 35% l’avere orari di lavoro flessibili è fondamentale, insieme all’opportunità di lavorare da remoto (27%). A questi valori vanno aggiunti l’importanza di lavorare in un ambiente che non sia tossico (72%) e che possa offrire possibilità di crescita (72%).

E a chi sostiene che “i giovani non hanno voglia di impegnarsi“, la GenZ risponde di stare al lavoro più a lungo degli orari concordati e spesso va oltre le proprie mansioni (90%).

Infatti, il 93% degli intervistati lavora anche mentre si trova in ferie, nel dettaglio:

  • il 65% lavora qualche volta
  • il 20% lavora spesso
  • l’8% lavora sempre

Piuttosto che essere infelice, il 33% sarebbe pronto a dimettersi. Il solo stipendio non è più così importante al punto da rinunciare ad avere prospettive di carriera e un buon equilibrio tra vita privata e personale.

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